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La raccolta Frammenti indecisi   è una parte dell'indagine raccolta in Nuovi paesaggi contemporanei , realizzato fra il 2017 e il 2018, dove viene preso in esame alcuni aspetti del paesaggio e delle dinamiche politiche ed antropologiche che compongono l'ex alveo del Lago di Bientina (o Lago di Sesto), oggi estinto.

Il nome della raccolta è un riferimento al Manifesto del Terzo paesaggio di

Gill Clemént. 

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La selezione comprende 21 fotografie scattate presso la Riserva naturale Bosco di Tanali.

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In seguito, lo scritto contenuto nel capitolo della mia tesi di laurea riguardante questa parte di paesaggio :

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Esattamente alla ‘riva opposta’ dell’ex alveo del lago, rispetto al confine Padule-Tavolaia, esiste una realtà che potrebbe essere considerata per certi aspetti un luogo simile a quello appena descritto, ma di statuto diverso. Tale luogo è denominato come Area naturale protetta di interesse locale Bosco di Tanali. Conosciuto semplicemente dagli autoctoni come Bosco di Tanali, la distanza con Tavolaia è in linea d’aria di 4,12 km. Distanza che sembra irrisoria, ma la conformazione del paesaggio può trarre in inganno, dando la percezione al viaggiatore che sia più lontano. Proprio come l’habitat di Tavolaia nei mesi piovosi, quest’area naturale è una testimonianza dell’esistenza passata del Lago. Situato ad Ovest del Padule alle pendici del Monte Serra, si trova in località Caccialupi, comune di Bientina. 

E’ stato istituito come area naturale protetta di interesse locale (abbreviato con con la sigla A.N.P.I.L.) nel 1995 sui 22 ettari della cassa colmata di Bosco Tanali, poi ampliata per un totale di 153 ettari nel 1998 ed infine nel 2010 ha raggiunto circa 175 ettari. 

La zona umida dell’area protetta ha attirato l’attenzione per la sua reale e possbile importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, ufficialmente Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale , atto firmato a Ramsar, in Iran, il 2 Febbraio 1971, durante la Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici, promossa dal International Wetlands and Waterfowl Research Bureau (Ufficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici), in collaborazione con l’ International Union for the Nature Conservation (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e del International Council for bird Preservation (Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli).

Parte della Convenzione di Ramsar è l’iniziativa MedWet (abbreviazione di Mediterranean Wetlands), che vede 27 paesi dell’area mediterranea e peri-mediterranea coinvolti nell’impegno della conservazione delle zone umide sul suolo nazionale attivando collaborazione fra enti locali o privati, regionali o internazionali. 

La conservazione delle zone umide è fondamentale per evitare un collasso ambientale fra cui l’estinzione di specie di animali e vegetali indispensabili per la continuazione di un bioritmo sostenibile. 

L’iniziativa MedWet è nata proprio per le peculiarità delle zone umide dei paesi del Mediterraneo, per la diversità di habitat che possono contenere, risultato della particolare variabilità climatica della macchia mediterranea. Fra le cause che minacciano la preservazione delle zone umide vi sarebbero l’industrializzazione, agricoltura intensiva, urbanizzazione, l’influenza che queste zone possano avere sulla salute della popolazione. 

Per quest’ultima considerazione, basta pensare al lavoro di bonifica contro la malaria avvenuto nella nostra nazione, con progetti di legge appositi per il recupero di molti terreni paludosi considerati improduttivi e malsani e per la loro conversione all’agricoltura. Con queste premesse, la geografia politica dell’area protetta del Bosco di Tanali è costituita da 30 ettari di proprietà privata, la superficie restante è suddivisa in parte dal Comune di Bientina e dal Demanio regionale. 

Nella salvaguardia dell’area sono coinvolti l’ Amministrazione Comunale di Bientina, la Provincia di Pisa con il Piano di Sviluppo Economico e Sociale delle Aree Protette in Provincia di Pisa; le azioni di gestione, riqualificazione e manutenzione nell’ambito del Progetto pluriennale “Lungo Le Rotte Migratorie” finanziato dalla Regione Toscana. Al progetto hanno aderito la Provincia di Pisa, il Comune di Bientina, il Consorzio di Bonifica del Padule di Bientina con il coordinamento della Provincia di Pistoia e del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio. 

La gestione della fruizione è affidata a Legambiente Valdera. La manutenzione dell’area è affidata ad una cooperativa sociale.

Nello statuto del Terzo Paesaggio, il Bosco di Tanali è da considerarsi dunque in parte una riserva, in quanto dal punto di vista amministrativo “è oggetto di protezione, sorveglianza, sanzioni”. 

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L’entrata tuttavia non è ben preservata. Non vi è un’apposita segnaletica, i punti di riferimento sono un distributore di carburante e una casa diroccata. Fra queste due costruzioni, vi è una ripida discesa sterrata che porta all’inizio di un percorso.

Non facile da intuire, se non sei del luogo.

Per la maggior parte, il bosco di Ontano nero che contraddistingueva l’area protetta è attualmente infestata dalla Robinia pseudoacacia, volgarmente chiamata acacia, i cui boschi impediscono la crescita al loro interno di molti tipi di flora e funghi del sottobosco, che crescerebbero invece in foreste costituite da altri alberi autoctoni come querce, faggi, castagni ecc. il che potrebbe portare ad una diminuzione della biodiversità.

Vi si può riscontrare una sovrappopolazione di piante estranee al tipo di habitat,come l’ Acer Negundo, originario del Nord America, introdotto in Europa nel XVII secolo, al giorno d’oggi presente come specie invasiva o naturalizzata in Italia settentrionale e centrale. Si comporta spesso come una pericolosa specie aliena molto infestante a causa delle straordinarie capacità di adattamento, sia in habitat umidi che aridi. Avendo compiuto il sopralluogo nel periodo estivo, la vegetazione si presentava rigogliosa a tal punto di non permettere il continuo dei percorsi dell’area naturale. Ciò porta a pensare che il Bosco di Tanali non sia molto frequentato, almeno nella stagione calda. E’ difficile supporre che tipo di equilibrio permetta la biodiversità attualmente61, se vi è un debole endemismo, quanta diversità specifica esista. 

Visivamente parlando il Bosco di Tanali assomiglia ad un residuo incolto.

Nel sito web del Comune di Bientina, sono riportate diverse emergenze floristiche e faunistiche risalenti al 2010 , le prime riguardanti piante ritenute rare come l’Osmunda regalis (conosciuta come felce florida), tipica degli habitat umidi come boschi umidi ripariali (detti anche Ontaneti per la presenza cospicua di ontano, come dovrebbe essere il Bosco di Tanali per l’appunto), la quale sarebbe superstite dall’Era Terziaria, le piante idrofite come Hottonia palustris (detta erba scopina), Hydrocharis morsus-ranae (letteralmente ‘morso di rana’), o la Ludwigia palustris e moltre altre.

In linea con la richiesta di inserimento nel programma della Convenzione Ramsar, la biodiversità ornitologica è un’elemento fondamentale per la continuazione dello statuto di riserva del Bosco di Tanali : grazie anche ai biotipi eterogenei sviluppatasi, sono presenti specie migratorie o sedentarie riscontrabili in diverse distribuzioni geografiche, fra cui l’ Airone rosso (Ardea purpurea, avvistato soprattutto in tarda primavera e in estate), la Garzetta (Egretta garzetta), Cicogne bianche (Ciconia ciconia), sono alcuni esempi, ma la lista delle specie animali, non solo per quanto riguarda l’avifauna, consiste in un numeroso e complesso insieme formato da anfibi, invertebrati, mammiferi, pesci, rettili.

Queste liste sono riscontrabili sul sito web della S.I.R.A. (Sistema Informativo Regionale Ambientale della Toscana), ma ancora più significativo è il Decreto Ministeriale presente sul sito web (in formato PDF e consultabile) del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dove è riportata la richiesta di riconoscere l’intero ex alveo del Lago, denominato ‘Ex lago e Padule di Bientina’, come area umida protetta secondo la Convenzione di Ramsar.

Secondo tale documento, non solo la zona del Bosco di Tanali ne soddisferebbe i criteri, ma tutta la regione biogeografica del Padule. 

Stando al sito web del Ministero dell’ambiente tuttavia, l’intera area del Padule sarebbe in ‘lista di attesa’ da parte del Segretario della Convenzione. 

Se il decreto venisse approvato, ne potrebbe scaturire un forte cambiamento geopolitico, in quanto, come già affermato, il Padule è un macrocosmo dove piccole galassie formate da realtà eterogenee e a volte difficilmente definibili (frammenti indecisi). Si potrebbe pensare che in prima linea, le decisioni delle divisioni amministrative possano influire su qualsiasi dinamica riguardante questo territorio, in effetti la mano dell’uomo ha influito in passato e ancora oggi porta grandi cambiamenti sulla zona : considerando sempre la galassia-Bosco di Tanali, fra le dinamiche considerate minacce per l’ecosistema vi sono attività agricole di tipo intensivo, captazioni idriche estive per irrigare le colture adiacenti al Bosco igrofilo dell’area protetta, l’inquinamento di due emissari del bacino idrografico (rispettivamente il Canale Rogio e il Canale Emissario), utilizzo di diserbanti, specie alloctone di piante che potrebbero sostituirsi a quelle endemiche (la già citata Robinia pseudoacacia, per esempio), presenza di una vasta area militare destinata a lanci di paracadutisti nel settore nord-orientale, incendi nei magnocariceti e nei canneti, pascolamento di animali domestici che provoca una riduzione di farnia nel Bosco di Tanali (farnia, nome volgare della Quercus robur, detta comunemente quercia, la sua presenza favorisce la formazione di habitat ideali per varie specie, dai mammiferi, uccelli e agli insetti, consente la biodiversità).

Insieme a questi fattori, che potrebbero cambiare per sempre il Bosco di Tanali dallo status di riserva a quello di residuo, se consideriamo le divisioni amministrative, ciò vedrebbe varie realtà comunali coinvolte nella geopolitica del Padule riconosciuto come area protetta.

Se consideriamo il Padule-ex alveo del Lago, la realtà geopolitica dovrebbero comprendere i comuni di : Altopascio, Porcari, Capannori, Castelfranco di sotto, Bientina. Nel Decreto Ministeriale tuttavia, nell’ Art.2 è precisato che sia “il Ministero dell’ambiente, la regione Toscana, le province di Pisa e di Lucca, i comuni Bientina, Castelfranco di Sotto e di Capannori assicureranno, per quanto di propria competenza, il rispetto degli obiettivi di tutela previsti dalla Convenzione di Ramsar” . Ciò porta ad ulteriore conferma che il Padule sia la rappresentazione del Terzo Paesaggio di Gill Clément per quanto riguarda il suo statuto, in quanto il territorio su cui è distribuito comprende diversi statuti ufficiali, per non parlare dell’acquisizione di una dimensione politica per preservare la diversità caratteriale delle specie contenute in esso. Per quanto enti e realtà geopolitiche influenzino le dinamiche del territorio, una cosa è essenziale comprendere : è la coscienza collettiva che fa sì che ciò accada. Per quanto possano essere mostrati dati sensibili su come specie alloctone (piante, vertebrati, invertebrati ecc...), su inquinamento e altri fattori che vengono rilevati come negativi sull’impatto di conservazione di un habitat, alla fine non è la figura dell’esperto in materia che fa la vera differenza (con questo discorso, ovviamente, non voglio sminuire il lavoro che scienziati ed esperti del settore portano avanti da anni per permettere di capire questioni di questo calibro), ma si entra in un campo che spesso viene trattato come secondario, che è quello dell’etica del cittadino. 

Per quanto riguarda la sopravvivenza del Bosco di Tanali come riserva (che poi sia denominata oasi, area protetta di interesse locale...), vicina, stando ai documenti letti e qui citati, ad un insieme primario, non vi è altro fattore cruciale più dell’etica.

A differenza dell’opposto territorio di Tavolaia, il Bosco di Tanali, in questo caso, sembra non appartenere ad una coscienza collettiva e questo fattore è a forte discapito di tutto quello che deve essere confermato e costruito.

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Secondo Gill Clemént, il Terzo paesaggio sopravvive nel caso di disinteressamento da parte delle istituzioni, questo perché la diversità è lasciata al suo alternarsi e al suo divenire, in mancanza di un modello per definirsi ‘patrimonio’.

Nel caso di questi spazi, il modello sarebbe comunque raggiunto. Nonostante questo, usando ancora i parametri di Clemént, le riserve descritte saranno sempre Terzo paesaggio.

La loro composizione, i loro limiti non circoscritti, non danno parametri per un futuro certo (dall’estinzione alla conservazione), si può solo ipotizzare.

Anche se nel campo dell’etica del cittadino e nell’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni vi è interesse alla salvaguardia di queste zone, vi sono dei punti da tenere in considerazione per formulare ipotesi sul loro futuro:

 

    I frammenti protetti sono sottoposti ad organizzazione tale da impedirne il cambiamento, tuttavia la mescolanza planetaria di specie faunistiche o floristiche è più veloce delle decisioni istituzionali (anche se gli effetti possono presentarsi su vasta scala dopo decenni). - Gill Clemént

 

   Sia la mescolanza planetaria, sia il comportamento antropico portano a cambiamenti di forma (spesso non compatibili con la nozione di patrimonio).

Gill Clemént

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Alice Ferretti, Nuovi paesaggi contemporanei , 2018.

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© Alice Ferretti

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